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lunedì 25 giugno 2007

Buio in sala!

Io ed il cinema ci siamo sempre stimati. I miei genitori mi ci portavano anche 3 volte a settimana. Grazie!
Considero il cinema arte e divertimento. Mi piacciono i film impegnati e quelli francesi, così come le americanate. Mi piace Truffaut ed amo vedere Bruce Willis mitragliare i serial killers. Perciò scelgo: quando voglio pensare mi dò a Bergman, appunto Truffaut, Fellini, mi consegno al Woody Allen “bergmaniano” ecc. Quando voglio divertirmi, viva le sparatorie e gli inseguimenti.
Del resto, può capitare che Il Padrino I racchiuda significati che in quel film non si sospetterebbero. Penso alle sequenze in cui il grande Coppola alterna scene di battesimo in una maestosa cattedrale a feroci esecuzioni a colpi di mitra e di lupara. Lì si presenta la contraddizione o ambivalenza di Michael Corleone tra il diventare padrino cristiano mentre diventa padrino mafioso. Troviamo quel rovesciamento di valori che porta i capimafia a pervertire un concetto bello come quello di famiglia, in uno satanico come quello di organizzazione criminale. E potrei continuare a lungo. In ogni caso, bando agli snobismi: al cinema come altrove.
Così, il mio cinema è legato a Solaris di Tarkovskij e 2001: Odissea nello spazio di Kubrick. Ho trovato struggente la scena in cui si distruggono i blocchi di memoria del computer dell’astronave Discovery, Hal 9000: un computer quasi umano. Sui 14 anni esploravo i cinema per conto mio, entusiasmandomi per Butch Cassidy, con P. Newman e R. Redford: 1 western brillante. Come tutti ricordo la scena con Newman e la Ross in bici, accompagnati da 1 brano tristallegro come Raindrops keeps fallin’ on my head di Gilbert O’ Sullivan. Mi ha entusiasmato e fatto riflettere, di Scorsese, Mean streets perché come disse lo scrittore rock Dave Marsh, rappresentava la vita di strada in modo realistico. Infatti, le vicende di quei piccoli gangsters, poco più che bulli di quartiere sono tipiche di tanti ambienti: non solo italoamericani. Anch’io, come tanti, ho avuto amici che si sono inguaiati con l’alcol, la droga e che non giravano col cacciavite per motivi di lavoro. E mi ha colpito il mafiosetto interpretato da Harvey Keitel: che in chiesa passa le dita sulla fiammella delle candele, meditando sull’Inferno.
Da piccolo, con mio padre andavamo a vedere i film di Sergio Leone. Penso che Per un pugno di dollari o Giù la testa mi abbiano dato l’amore per i particolari, il gusto di creare, più tardi “da scrittore”, delle trame. Musica di Morricone, primi piani, dialoghi ridotti all’osso, ironia che spunta… Ed ancora prima, il buio in sala. Poi, ecco il film. Lasciate ogni tristezza o voi che entrate. E’ quel che ritrovo nella serie dei Pirati dei Caraibi, con Johnny Depp. Ma C’era una volta il West è anche un grande libro di storia americana, romanzato il giusto.
Comunque, il 3° episodio del pirata-capitano Jack Sparrow, con Keith Richards (chitarrista dei Rolling Stones) nella parte del padre, devo proprio andare a vederlo. Anche da solo.

2 commenti:

  1. Mentre leggo le tue rifessioni, riaffiorano i ricordi dell'infanzia. La passione per il cinema condivisa dai miei genitori e dai nonni materni, le passeggiate per la Via Roma e i commenti sul film appena visto, mentre si sorseggiava una bibita, seduti intorno ad un tavolino dello storico "Caffè Torino". All'età di cinque anni contavo già di un'ampia visitazione di generi cinematografici, dalla storia romana alla mitologia greca, attraverso i "Colossal" degli anni '50 e 60, a Fellini e Pasolini."Via col vento" arrivò come un tornado, tre ore abbondanti di pellicola sono un po' troppe per una bimba , che non era ancora in grado di apprezzare i risvolti contenutistici e, tanto meno, l'affascinante interpretazione dell'attore protagonista, Clark Gable! Col passare degli anni la frequentazione del cinema è andata diradandosi, ma ogni volta che entro in una sala e si spengono le luci ,respiro anche adesso come allora, quell'atmosfera magica, fatta di curiosità e aspettative, che spero sempre, non vengano disattese.

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  2. Rif. Mody
    Ho apprezzato molto il tuo commento, perché secondo me dipinge perfettamente il clima “eroico” e magico che circondava il pianeta- cinema a Cagliari (e non solo).
    Penso che il commento in questione starebbe benissimo in qualche libro che racconti la nascita del cinema in provincia: infatti è ottimo per spontaneità e freschezza di immagini.
    In effetti, “questo” dovrebbe dare l’arte. In noi, dovrebbe lasciare questa sensazione e questo ricordo di gioia. Purtroppo, molte volte prevalgono immagini meno positive; ma pazienza: ci sarà sempre un altro spettacolo!

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