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domenica 17 agosto 2008

John Lennon e Yoko Ono contro il bagismo (parte prima)



Negli anni ’70 John Lennon e Yoko Ono parlavano di bagism da bag, borsa; potremmo quindi tradurre questo termine con “borsismo.” Ma spieghiamo meglio il significato di bagism.
Come una volta dichiarò lo stesso Lennon, ognuno di noi vive in una bag: chi nella borsa del poeta, chi in quella del rocker, del pittore, dell’attore ecc. In tal modo si rinchiude in un suo, personale e non necessario ghetto.
Ora, non è mai necessario nessun tipo di ghetto, ma lo è ancora meno quello (“specialistico”) in cui si rinchiude un artista che quasi per definizione dovrebbe sottrarsi a qualsiasi limitazione, censura o autocensura.
John Lennon e Yoko Ono hanno rappresentato senz’altro questa tendenza “anti-bagista”: da non confondersi però col tabagismo, l’intossicazione (cronica?) da tabacco. Ah ah ah!
Ma come mi dicono spesso i miei figli: “Smettila di scherzare sempre, papà!” Ok, tigrotti…
Ora, per non allargare troppo il discorso, qui voglio evitare di trattare il tema del bagismo morale, culturale, religioso ecc.; voglio parlare solo di bagismo/antibagismo artistico, benché anche quest’ultimo possa avere delle implicazioni morali, culturali, religiose e naturalmente, eccetera.
Bene, nel 1969 sir Lennon e la signora Ono-Lennon misero insieme, letteralmente dalla sera alla mattina un gruppo che avrebbe dovuto suonare a Toronto, in Canada per un “rock ‘n roll revival”. Sarebbero state presenti anche vecchie e nuove glorie come Jerry Lee Lewis, detto the killer, Chuck Berry, i Doors e tanti altri.
Nel gruppo capitanato dai Lennon c’era gente come Eric “slowhand” (mano lenta) Clapton e Klaus Voorman, che prima di diventare bassista faceva l’illustratore di copertine di dischi, laggiù ad Amburgo. Lennon, la Ono e gli altri non avevano mai suonato tutti insieme; fecero le prove in aereo. Fu un successo.
Conclusero il loro concerto con un brano di Yoko, Don’t worry Kyoko e verso la fine del pezzo John disse alla band di puntare le chitarre verso gli amplificatori e “lasciarli stridere.” Niente “inchini alla Beatles”, insomma.

2 commenti:

  1. Confesso che non ho ben capito cosa volesse dire Lennon con questo bagism. Forse che non dovremmo fossilizzarci in un solo interesse e in un'unica specializzazione? Se è così, condivido anche se mi pare abbastanza una ovvietà. Se invece non è così, non so che dire.

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  2. Rif. luciano
    Sì, Luciano, Lennon criticava proprio la "fossilizzazione." Ma io considero questa sua idea molto condivisibile, non un'ovvietà.
    Penso che se fosse appunto un'ovvietà, tanti artisti non continuerebbero a fossilizzarsi, magari convinti che questo significhi aver trovato il proprio stile e la propria strada.Comunque, nei prossimi post svilupperò ulteriormente il concetto.

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