venerdì 25 marzo 2016
Piccole trame
Non ho mai scritto per il cinema:
ogni tanto immagino qualcosa, ma si tratta più che altro di piccole
trame.
Bene,
veniamo al punto... ecco a voi gli attori e le attrici che vorrei in
uno o + films che sceneggerei.
Claudia Cardinale.
Claudietta,
ci decidiamo a girarlo, un Gattopardo 2?
O devi costringermi a scrivere un seguito del romanzo? Saresti
perfetta, nella parte di un'Angelica ormai matura, o perfino (non
offenderti) anziana.
Alain Delon
Al,
che è 'sta storia del suicidio?
Vuoi girare con Besson?
Va bene, a me bastano pochi giorni per stendere una bella trama.
Solo, piantala con quella dannata depressione! Comprends?!
E
con Claudietta-Angelica, saresti un immenso marito anziano e
neogattopardo... brillante e cinico come i nuovi tempi
richiedevano...
Catherine Zeta-Jones
Cate,
lo vedono anche i ciechi, che sei splendida; ecco perché ho in mente
una storia in cui la tua bellezza non dovrebbe risaltare troppo.
Insomma,
vorrei farti interpretare la parte della figlia di un minatore. Ora,
ci sono delle sventole anche tra le figlie degli operai (chi
lo nega?!), ma vedi: vorrei
dipingerti come una sindacalista genuina ed arrabbiata, che spicca
per coraggio, intelligenza e generosità, non solo per essere una
Venere del Galles.
Mario Amendola
Mariè,
con quella faccia saresti grande nella parte dell'alcolizzato, del
tossico, del pugile, dello scaricatore di porto, del killer... ehi,
un momento, non offenderti!
Perché
vorrei assegnarti questo ruolo: professore di filosofia con passato
da terrorista (ma perlopiù da fiancheggiatore). Aveva già fatto
qualcosa del genere Giannini,
ma tu hai quella fisicità che riscatterebbe la gelatinosità di
tanti professori universitari.
Dulcis
in fundo, Morgan Freeman
Morg,
per te ho un ruolo da generale romano, durante la decadenza
dell'Impero.
Bene,
ci troviamo in un anno imprecisato; tu comandi delle legioni ai
confini più occidentali e ribelli della Germania. Sei un uomo ed un
comandante saggio ma anche duro: all'inizio del film, sotto la tua
guida, i tuoi fanno a pezzi 20mila Germani. Sarà una delle ultime,
grandi vittorie di Roma.
Ma
uno dei tuoi ufficiali sarà interpretato da uno spocchioso, violento
ed irritante Robert De Niro,
che spinge per una brutale ed ottusa guerra di annientamento.
Ho
già queste battute.
Ennius (De
Niro): “Comandante, dobbiamo spazzare via dalla
faccia della terra tutti questi luridi selvaggi, dal primo
all'ultimo: donne, vecchi, bambini... tutti,
senza alcuna pietà!”
Marius (
Freeman): “Non sarebbe Roma...”
Ennius:
“Che cosa intendi, generale? Scusami ma io non sono un filosofo!”
Marius:
“Semplice. La grandezza di Roma non consiste solo nella sua forza
militare ma anche, o soprattutto, nel diritto,
nella civiltà, nella sua giustizia. Vedi, Ennius, Roma ha fatto di
me, già guerriero e poi schiavo di una piccola città africana, un
uomo libero e rispettato. Ed è quel rispetto, quella giustizia, che
Roma vuol insegnare al mondo: non fare di esso un solo, grande
cimitero.”
Ennius:
“Scusa la franchezza, generale, ma Roma ha fatto di te anche un
uomo parecchio famoso, amato dalle donne e potente:
molto potente e...” (sorride con finta affabilità), “direi anche
parecchio influente presso il senato. E tanto, tanto ricco.”
Marius:
“Sì, ma tutto questo vale meno di niente, se deve puntellarsi sui
massacri, sulle torture, sui saccheggi, gli stupri, le violazioni di
leggi e trattati.”
Ennius:
“Insomma, come mi hai già detto altre volte, mio generale, ciò
che rimarrà di Roma sarà il suo diritto, non la forza delle sue
armate: o tra noi e qualsiasi regno barbaro non ci sarà nessuna
differenza. Ricordo bene le tue parole, generale?”
Marius:
“Ricordi benissimo, anche se non sei (qui Marius sorride), “un
filosofo. Ed ora", (qui assume
un'aria più distaccata, quasi severa), “hai il permesso di
ritirarti. Sono molto stanco”
Ennius annuisce,
ma poco convinto. Saluta rigidamente e si congeda da Marius;
quando ha ormai abbandonato la tenda del generale, vediamo che è
livido di rabbia.
Come
avrete visto, finora non ho ancora scritto molto di preciso; per ora
ho in testa solo alcuni spunti.
Ma
li svilupperò, non temete.
A
presto!
domenica 13 marzo 2016
Il mio famoso dolore
Scrivo su vecchi fogli:
striscioline bianche macchiate
dal tempo,
tagliuzzate e strappate
come i miei giorni, come il mio
lavoro,
vecchi fogli con
numeri incolonnati
(compiti dei miei figli)
e date di
impegni più o meno rispettati,
scrivo su fogli che vorrebbero
essere
scintille nei falò di notti
piene di domande
e di dubbi angoscianti.
Il mio famoso dolore
si
nutre di questi versi irregolari
e
di tutte le mie imperfezioni & contraddizioni,
ogni
tanto ride di me
ma
io lo lascio fare:
penso
che gli faccia bene.
Il
mio celebre dolore
corre sghignazzando,
come
me ha le dita sporche di inchiostro
oppure
unte del magro-scheletrico della vita.
Ma
capisco
che
il dolore ha senso
solo
se
lo colleghi a quello di tanti e di tante
ed
alle urla di chi quelle urla
non
può far arrivare
a
nessuno ed in nessun modo.
Perché
alla fine di ogni idiota e torturante giornata
io
non devo andare a dormire sotto i ponti
né
combattere con vermi, bisce, topi, blattacce e topacci vari
(ed
anche eventuali)
quando
magari
ed
anche senza magari
me
lo meriterei
ben
più di tanti brav'uomini,
molto,
molto più di tante brave donne...
anche
se non possono esibire
il
mio famoso dolore...
che
non è, comunque,
esibizione.
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